Dal 19 al 28 Luglio 2019 si è svolta la terza edizione di Corale nel Comune di Preci, in Umbria. Con questa edizione si chiude un ciclo di attività che abbiamo sviluppato nel triennio 2017-19 in questo territorio, a fronte del sisma del 2016. Una comunità temporanea di circa 50 persone ha abitato il paese di Preci per dieci giorni, mettendo in relazione le personali pratiche di ricerca con il paesaggio in cui si sono trovati a vivere. Ogni giorno la residenza ha prodotto un programma giornaliero di condivisione pubblica del lavoro che si andava sviluppando: laboratori, cene, proiezioni, concerti, djset, camminate, tornei di briscola, letture di poesie una radio del paese, costruzione di architetture temporanee ed istallazioni, e realizzato in fine un grande rito di chiusura nella giornata di sabato 27 Luglio. E’ stata un’edizione di grande sperimentazione che ha anche consegnato alla città e agli abitanti, una bozza di progetto di rigenerazione del lungo fiume Campiano e dei luoghi che lo cingono, come asse strategico di ripensamento e riorganizzazione della vita sociale, culturale, economica della comunità. Di seguito una piccola gallery cronologica di immagini come prima testimonianza dell’edizione di quest’anno. A breve le tavole del progetto e la pubblicazione che racconterà il triennio di Corale
I primi sono giorni di preparativi, in cui il gruppo di Corale comincia ad allestire gli spazi per ospitare l’arrivo e l’abitare della comunità dei 50 ospiti che presto invaderà il paese per dieci giorni.
L’arrivo della comunità coincide con l’aperitivo pubblico con il paese in cui, come ogni anno, raccontiamo il programma dell’edizione di Corale. Non è stato facile far capire al paese che non ci fosse un programma già scritto ma che il programma sarebbe emerso giorno per giorno e che il loro compito era quello di andare a curiosare o tenersi informati.
La prima mattina apriamo un sentiero a piedi che collega l’accampamento con il cuore del paese. Sono circa 30 min di cammino che ogni giorno dobbiamo fare per evitare di prendere la macchina. Diventa per alcuni del gruppo un momento importante della giornata, il primo passo.
Usiamo un antico metodo di trasporto del legno sfruttando l’acqua del fiume, per far arrivare le assi della Grande Casa Aperta dal campo al parco dove verrà costruito il patio, la nuova architettura pensata e realizzata da Mael. Ripeteremo due volte l’azione/rito nel corso della residenza.
Uno dei progetti cardine dell’edizione di Corale 2019. Una web radio con sede nella piazza del paese, curata in tutti i dettagli dalla redazione del gruppo in residenza guidata da Angelo, Ettore e Michele. In diretta con due edizioni al giorno dalla piazza e su fb: le rubriche, le canzoni scelte dagli abitanti, i collegamenti telefonici dagli inviati, le letture dal vivo. Uno straordinario dispositivo relazionale molto partecipato dal paese.
Laboratorio coreografico itinerante nel paese con esito finale a cura di Doriana Crema. Il desiderio di trovare una relazione sensibile e non funzionale con le assi di legno di abete che cosi tanto hanno caratterizzato la nostra presenza a Preci, incontra magicamente il lavoro che Doriana sta portando avanti da tanti anni proprio su questo, togliendo dalla funzione costruttiva il materiale per farlo tornare ad essere in primo luogo soggetto di relazione e medium della presenza, vettore di traiettorie inaspettate e punto di equilibrio per architetture effimere.
All’interno dell’agriturismo il Collaccio, in un grande prato sottostante insediamo un accampamento di 50 tende. Gli spazi dell’accampamento oltre ad ospitare il sonno della comunità temporanea diventano anche luogo di spettacolo e di racconto del progetto Corale per gli ospiti del camping: circa 600 turisti per la maggior parte olandesi e per lo più ignari di essere in un’area che ha da poco subito un forte evento sismico.
della grande Casa Aperta quest’anno rimane solo la cucina, un angolo sotto il melo del campo dove ogni giorno viene invitato un abitante del paese a cucinare un piatto per il gruppo in residenza. Ne nasce una rubrica giornaliera per la web radio chiamato D’aria fritta, condotta da Daria, che ha curato tutta la cucina di questa edizione. Dal vuoto del giardino e dell’orto degli anni passati prende forma giorno dopo giorno Uro il grande animale preistorico in rami e paglia di DEM artista invitato da Corale a portare a Preci il suo lavoro.
Il boschetto è immaginato come luogo cangiante che a seconda dell’orario della giornata si trasforma e accoglie attività diverse: la mattina il training fisico, luogo della pennichella post pranzo e delle assemblee del primo pomeriggio, casa dei ritratti degli abitanti alle 7.07 p.m. curata da Emiliano, cinema e dancefloor la notte.
La cascata è il nostro luogo intimo d’incontro con il paese, è dove abbiamo capito che sarebbe stato bello fermarsi li. Per Corale 2019 la trasformiamo in una spiaggia vagamente anni ’60: c’è musica che va sulla spiaggia; e qui oltre alle chiacchiere a metà mattinata, al riposino dopo pranzo, se ti siedi è possibile che qualcuno ti proponga di raccontarle la storia di un incontro importante. La persona prende appunti, trascrive il racconto, poi il racconto viene lavorato, trasformato forse, e alla fine fiorisce un piccolo magazine auto-prodotto che raccoglie tutte le storie, assolutamente anonime, collezionate. Biografia dell’incontro, il progetto pensato da Carolina per la spiaggia darà vita anche ad inaspettate letture notturne e collettive di poesie.
Ogni giorno alle 17 riprendiamo come ogni anno i giochi nel parco con i bambin* del paese mentre va avanti la costruzione del patio, l’architettura temporanea ideata e realizzata da Mael per Corale, con le tavole trasportate lungo il fiume. Molte sono le persone che si danno il cambio per aiutare Mael nella costruzione o utilizzano i materiali a disposizione per inventare altri mobili per il paese. Negli ultimi giorni il patio comincia ad ospitare incontri pubblici come quello con il gruppo di auto-costruttori di Aria Familiare.
Grazie alla dedizione, alla costanza e alla generosità di Dan Kinzelman il mulino si è trasformato in una sala prove, studio di registrazione, luogo di sperimentazioni musicali. frequentato dai bambini che vengono a suonare gli strumenti messi a disposizione da Dan, dalle cantanti che dovranno esibirsi l’ultima sera in paese con la band degli Hobby Horse, anche loro impegnati negli arrangiamenti, ai sound artists del gruppo in residenza che vengon qui a lavorare
La piazza intanto la creiamo attraverso una semi pedonalizzazione dell’area e l’arredo con tavoli e sedie come invito ad abitare lo spazio pubblico. Ogni giorno dalle 11 alle 19 la piazza è la sede logistica Radio Precious, mentre la sera ospita le cene condivise e improvvisi dj set e karaoke molesti.
Dal primo anno che siamo arrivati a Preci abbiamo portato la comunità nel paese abbandonato, l’ultimo giorno della nostra permanenza. Quest’anno abbiamo deciso di invitare un artista brasiliano Vantees a creare un installazione per il borgo. Vantees durante una breve residenza in giugno ha rubato degli scatti alle schiene degli abitanti che incontrava durante le sue passeggiate nel paese. Le sagome sono state stampate a grandezza naturale, ritagliate e attaccate da un piccolo gruppo di noi, la notte prima del rito finale, in alcuni punti speciali decisi dall’artista.
Si ripete per il terzo anno il rito della camminata all’interno di quella che era la zona rossa post sisma, un’azione di ripopolamento simbolico delle strade del borgo abbandonato. Quest’anno l’installazione di Vantees lascia una traccia del nostro passaggio, lancia una speranza, prefigura il ritorno a casa.
il rito di chiusura comincia da qui. L’apertura è organizzata da alcuni di noi che si sono incaricati di costruire una breve performance, di grande semplicità ed effetto che ha permesso alle persone di passare da spettatori a partecipanti di un viaggio. Gli viene consegnato un libricino – mappa dove sono contenuti i disegni che Checco e Giada, due illustratori che fanno parte del gruppo, hanno prodotto in questi giorni. Poi radio Precious prende la parola e comincia la passeggiate lungo le sponde del fiume.
La cassa della spiaggia suona Sapore di Mare, bagnati stanno in costume sulle sponde del fiume, per terra un magazine tipo novella 2000 con dentro alcune storie scritte a mano. La canzone lascia spazio a due voci, un uomo e una donna, che raccontano due brevi storie, due incontri importanti.
Di sottofondo vanno registrazioni di interviste fatte alle persone del paese riguardo al mulino , la sua storia, l’uso che se ne faceva, gli aneddoti. Un gruppo di ragazze ha trasformato il fuori del mulino in un piccolo bar che offre tisane con le erbe spontanee raccolte lungo il fiume.
Andiamo incontro all’Uro la bellissima installazione di Dem che campeggia al centro del giardino. Una scultura che rimarrà al paese, a custodia del selvatico.
Il boschetto ospita un esperienza di contemplazione per il pubblico che può fermarsi a guardare il lavoro dei partecipanti al laboratorio di Solitudo, può guardare le foto attaccate agli alberi dei ritratti dei compaesani, o ascoltare l’acqua del fiume dall’istallazione fatta da Alberto e George.
il gruppo di Solitudo conduce il pubblico nel campo del Piantamaggio. Qui Mael si incarica di un discorso ai presenti rispetto al valore del costruirsi uno spazio, di auto produrlo, di immaginarlo e farlo. E mette a disposizione di chi vuole le assi avanzate, gratuitamente, invitando a non pensare di utilizzarle solo per sé ma anche per agire nello spazio pubblico.
Nel patio completato, diamo luogo alla prima assemblea partecipativa per la creazione di un progetto di rigenerazione delle sponde del fiume Campiano. Divdidendo i partecipanti in piccoli gruppi, uno per ogni luogo su cui abbiamo agito durante Corale. aAbbiamo proposto un piccolo lavoro di emersione di parole chiave e concetti che abbiamo poi provato a sintetizzare in piccole indicazioni di visione futura per ciascun luogo.
200 persone a cena, la proiezione di un piccolo film girato nei giorni di residenza su Preci e il terremoto, un breve concerto degli Hobby Horse poi i quattro cantanti che si sono esibiti con le loro cover, accompagnati dagli HH live, poi Dj Ripley fino a tarda notte.
Sull’ultima nota dell’ultima canzone del dj set finale del rito, una goccia di pioggia cade dal cielo. Da quel momento non ha più smesso di piovere per 48 ore di seguito, rendendo impossibile qualsiasi smontaggio, e mettendoci di fronte alla resa di qualsiasi tentativo di fine sbrigativa o sommaria. Siamo rimasti li in ascolto della fine, fino al diradarsi delle nubi.