Stare è veramente un lavoro di regia, coregia direi. Lo spettacolo siamo noi che facciamo questa cosa, questa esperienza. Accordarci sugli obiettivi, la drammaturgia e il ritmo. Siamo contemporaneamente attori e spettatori. Fattori interni e fattori esterni antagonisti: dispersione totale data dalle distanze e dalla difficoltà di ottenere subito ciò che ci si era proposti. Oppure semplicemente guardare in faccia la propria impazienza, la perdita di necessità, la perdita di coraggio.
Deve essere sempre presente la macro idea che coinvolge tutti: ascoltiamo il territorio, capiamo con cosa abbiamo a che fare e stiamo in apertura. Se devi fare lo spettacolo sull’amleto prima ti leggi il libro, ecco noi ora stiamo leggendo il libro (cit. Schino). Nello specifico il nostro modo di leggere il libro è andare a cercare e raccogliere le fiabe. insieme alle fiabe si raccoglie una quantità enorme di altro materiale. Cercando le origini si capiscono le strutture delle cose e non sempre si arriva alla fiaba…
Martedì alla festa di Preci i bambini ci sono sembrati i meno integrati. Siamo stati attirati dai piccoli, forse perché stiamo frequentando molti anziani… Riusciamo insieme, vogliamo insieme, lavorare intorno a loro? Chi possiamo incontrare? Andiamo alla scuola? Prima ancora dal sindaco?
Oggi visto serpente lunghissimo.
Mercoledì parlato con il signor F e la moglie. Come l’anziano racconta e trasforma con la memoria un evento era la nostra curiosità.
Il tema del pomeriggio sono stati i soldi, le case, ricordava il prezzo di ogni transazione. Da piccolo non aveva le scarpe. Con il terremoto ha perso la sua bella casa, l’ha colto a letto e da allora trema (la terra gli ha trasmesso il tremore e ora è nel suo corpo).
Mettere le basi anche perché le relazioni che creiamo siano pulite e amorevoli. Da entrambe le parti.
Incontrato poi il famoso poeta pastore Riziero Flammini, parla in rima e poi sparisce nell’orto a dare acqua ai pomodori. A Vallo di Nera, dove vive, racconta che non c’erano gli animali e solo due erano le porte per entrare e uscire dal paese, di fatto era una specie di castello.
Poi il signor G, che ha donato la chiesa di famiglia, di S.Caterina, al paese per 1000 lire (la gratuità non era possibile).
Entrambi raccontano di quanto è buona la gente di Amelia e che erano le donne a fare i fichi.
Il signor G ci invita a cena di sfuggita, ma non raccogliamo l’invito, per timore di disturbare, la moglie è di poche parole.
C’è sempre vento e il caldo estivo è un miraggio.
Giovedì visto un altro serpente in mezzo alla strada. La signora Giacoma di Monteleone da piccola vedeva i serpenti succhiare il latte dalle mammelle delle vacche. “E poi fistiavano!”
Marta
Stiamo continuando a girare.
Alla mama umbria si dorme bene.il posto è una favola. L’unico neo è l’umidità della nostra stanza che marta soffre molto. Ma ce la faremo!
Salto alcuni passaggi di cronaca perché voglio raccontarvi una cosa che ci è successa.
Siamo stati a monteleone. Un posto davvero lontano da tutto e davvero in alto. Da sant anatolia sono 40 minuti di curve a 1000 metri. Svalichi il monte.
Il paese è molto bello. Nella pineta c’è un in installazione che serve a sentire le vibrazioni della terra. È fatta in pietra e ci si infila la testa.
Eravamo lì per incontrare un signore anziano che suona il tricorno nella banda del paese ed è conosciuto come poeta cantastorie. Siamo arrivati e dopo varie richieste in giro ad altri vecchietti, carambole di informazioni ecc.. ci siamo incontrati.
Era con la moglie e altri vecchietti. Si è creata subito un clima goliardico. I vecchietti si stuzzicavano tra di loro. Volevano che il cantastorie ci recitasse le scantafavole oscene. Ma lui non voleva. Uno di loro è partito e ha iniziato con filastrocche sulla picchia…: )
La gente era felice della nostra presenza. Monte leone è un paese con un energia buona. La gente è aperta e solare. Abbiamo chiacchierato tanto. Un altro signore sulla settantina ha detto di essere un tenore, ma era timidissimo. Man mano che passava il tempo però ha preso sempre più coraggio e ci ha chiesto se poteva cantarci qualcosa. Allora io, marta e tre vecchietti siamo montati in macchina per andare a casa di questo signore.
Siamo entrati nel suo garage. Per il terremoto si ricostruito un mini appartamento nel garage perché più sicuro della casa che si trova sopra il garage. Qui c’è un salottino e una cucina. E l’automobile. Accanto all’automobile ha iniziato a cantare. Ci ha dato le sedie, ci siamo messi in semicerchio e lui ha eseguito: mamma, tosca, nessun dorma, la donna immobile, e un brano della chiesa(dolce sentire).
L’altro signore mi ha recitato nuovamente alcune rime. Sono due amici da sempre, uno con la passione per la poesia e la banda e l’altro per l’opera. Avevamo tutti gli occhi lucidi. Il cantante ha una voce potente e rauca, pura materia.
La cosa bella è che ci hanno accolto, ci hanno portato a casa loro e hanno condiviso con noi quello a cui tengono di più e di cui hanno più pudore.
Ecco.
Tornando ci siamo fatti molte domande su quanto possa essere utile un contatto del genere, ma riascoltando le registrazioni abbiamo sentito chiaramente solo gioia e la risposta per noi è chiara.
C’è una spiritualità fortissima nella zona. Sembra di essere davvero in un’altra dimensione.
Spero che domani la festa a preci abbia questo spirito. Ci tenevamo tantissimo ad esserci anche noi domenica ma io ho una grossa urgenza in famiglia.Buon lavoro. Ci vediamo prestissimo!
Vincenzo